La Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (in inglese Convention on the Rights of the Child – CRC) è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) il 20 settembre 1989 e rattificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la conversione nella legge n. 176. Ad oggi, questa Convenzione è il trattato che riguarda i Diritti Umani con il più alto numero di adesioni: ben 196 paesi vi hanno aderito, mentre gli Stati Uniti l’hanno firmata senza mai rattificarla nel loro ordinamento nazionale. La Convezione, approvata dopo 10 anni di lavori preparatori e dopo numerosi compromessi in termini di esperienze culturali e giudiriche tra i paesi, è un testo di fondamentale importanza perché conferisce, per la prima volta nella storia, diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici ai bambini e agli adolescenti. E’ composta da 54 articoli (i primi 41 dedicati ai diritti dei minori, i tre successivi dedicati al miglioramento e al monitoraggio dell’applicazione della Convenzione e infine gli ultimi 8 – dal 46 al 54 – dedicati alla descrizione della procedura di rettifica della stessa).
I principi fondanti della Convenzione sono quattro:
Non Discriminazione: i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori senza distinzione di etnia, religione, sesso, lingua, religione, opinione del bambino o dei genitori;
Superiore Interesse: in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata, l’interesse del minore è il più importante di tutti;
Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino o dell’adolescente: gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra gli Stati;
Ascolto delle opinioni del minore: prevede il diritto dei bambini di essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenere in adeguata considerazione le loro opinioni.